INTERVISTA ALL'ILLUSTRATORE VINCENZO PRATTICÒ

INTERVISTA ALL'ILLUSTRATORE VINCENZO PRATTICÒ


Bentornati all'appuntamento settimanale del giovedì interviste de Il Salotto Letterario e Il Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee - Express Yourself. Oggi siamo in compagnia di Vincenzo Pratticò, autore di alcune delle cover - e non solo! - dei libri di Watson Edizioni che ho recensito di recente (per chi se li fosse persi, correte a dare un'occhiata sul blog!). Accomodiamoci e lasciamo a lui la parola...

Ciao Vincenzo, benvenuto nel mio salotto. Raccontaci qualcosa di te. 
Ciao e grazie per l’invito! Che dire, sono un calabrese trapiantato a Roma dal 2003, papà di due bimbe stupende, amo (in ordine casuale) le arti figurative, il cinema, la scienza, l’Inter e mia moglie. Lavoro come illustratore per alcune case editrici di narrativa (Watson edizioni, Letterelettriche, e almeno un’altra si aggiungerà entro fine anno) e per la Eleven Aces in ambito di giochi di ruolo (Nameless Land e Heavy Sugar). Ho collaborato saltuariamente con alcuni gruppi in ambito social (Nerdheim, Antipatia Gratuita, Ignoranza Eroica). 
Come hobby faccio il dipendente part-time in un supermercato. 

Come è nata la tua passione per questo tipo di arte? 
Da bambino ho scoperto che avevo un’ottima manualità nel copiare i disegni che trovavo sui libri. La passione è esplosa al liceo, inizialmente disegnando sui banchi di scuola in maniera vandalica. Poi ho iniziato a ragionare sul fatto che con il disegno potevo mostrare a tutti quello che solo io potevo vedere nella mia testa, quindi ho cominciato a farlo seriamente. 

Da quanto tempo sei un illustratore a livello professionale? 
Dal 2016, dieci anni esatti dopo aver terminato il corso di Disegno e tecnica del fumetto alla Scuola Romana dei Fumetti. Dieci anni in cui avevo quasi abbandonato tutto, finché ho deciso di raccogliere le ultime speranze e tentare, a Lucca Comics&Games 2015, di trovare qualche ingaggio. Qualche mese dopo sono stato contattato dal collettivo Nerdheim, e successivamente dal titolare della Eleven Aces e sono riuscito a coronare finalmente uno dei miei sogni: illustrare giochi di ruolo. Parallelamente, sempre in quell’anno, ho conosciuto casualmente l’editore della Watson.



Le Aquile e l'Abisso
Yberros

Quali sono i tuoi temi preferiti e perché? 
Il tema del fantastico è senza dubbio quello centrale. Il mio obiettivo è tentare di rendere concreto e realistico, quindi plausibile, ciò che esiste solo nella nostra immaginazione. Sono estremamente affascinato da quello che può creare la mente, dai i personaggi più contorti e profondi alle le scenografie più colossali e sconfinate. Altri tipi di temi, tipo quelli sociali, non li ho mai affrontati, non mi interessano troppo, preferisco muovermi su aspetti puramente visivi. 

C’è qualche immagine a cui sei particolarmente legato o che pensi ti rappresenti maggiormente? 
Quella che penso mi rappresenti maggiormente è sempre l’ultima che realizzo. Trovandomi ancora in fase evolutiva e continuamente alla ricerca del miglioramento, l’ultima illustrazione è (salvo eccezioni rarissime) sempre uno step successivo in direzione dell’obbiettivo, quella che rappresenta in quel momento il mio livello professionale e tecnico. 
Sono comunque legato a due immagini realizzate in passato, perché rappresentano delle svolte particolari, una sorta di “boost” esponenziale della tecnica.
La prima è la cover di Nonaroth, il romanzo di Angelo Berti edito da Watson edizioni. Con quella cover ho capito finalmente che se qualcosa non mi convince devo cancellare tutto e ricominciare (sempre se ovviamente la deadline lo permette). Rompere gli schemi, cercare qualcosa di diverso, spostare il punto di vista, in poche parole: analisi. Il mio lavoro non è solo estro o immaginazione, è anche costruzione. Con Nonaroth ho capito come gestire la preparazione di una cover.

Nonaroth

L’altra immagine è “Max Er Pazzo”. Ero in pieno clima Mad Max - Fury Road, ero talmente esaltato che ho voluto dare una mia versione dell’eroe Max ambientata a Roma. L’importanza della tavola è dovuta al fatto che ho utilizzato il bianco e nero (tecnica che mi ha sempre emozionato) per la prima volta dopo la scuola di fumetto, quindi dieci anni dopo. Avevo abbandonato gli inchiostri perché all’epoca con i pennelli mi veniva malissimo, tanto che uno sceneggiatore con il quale collaboravo per il progetto di fine anno mi ribattezzò “distruttore di matite”. Solo che ora non usavo più i pennelli o i pennarelli, ora avevo il digitale la cui più grande forza è quella di poterti permettere di sbagliare serenamente, perché puoi sempre tornare indietro e correggere. Così ho scoperto una nuova vita, una nuova forma di espressione, forse quella che mi permette di dire e mostrare veramente quello che voglio, ma non ho ancora avuto modo di poterla sfruttare a livello professionale.

Max Er Pazzo

Secondo te, quali sono le caratteristiche della “illustrazione ideale”? 
Potenza visiva e cura dei dettagli sono le caratteristiche fondamentali che cerco di infondere nei miei lavori. Poi se in mezzo ci sono muscoli e mostri è ancora meglio! 

Quali sono le più importanti collaborazioni che hai avuto finora? 
Se parliamo in termini di importanza personale, dico che tutte le collaborazioni, dal 2016 ad oggi, sono state fondamentali per la mia carriera. Se parliamo in termini di prestigio rispondo allo stesso modo. 

Quali sono le tue tecniche preferite grazie alle quali senti di poterti esprimere al meglio? 
Come accennavo prima, il bianco e nero sento essere la mia massima espressione. Tuttavia non ho attualmente modo di applicare questa tecnica negli incarichi professionali. La tecnica pittorica è al momento la più richiesta ma non la mia preferita. Addirittura fino a un anno e mezzo fa non la sopportavo, tanto era frustrante non riuscire a fare quello che volevo. Poi fortunatamente sono riuscito a migliorare la tecnica e ho cominciato a divertirmi anche con i colori. Ma il sogno rimane sempre nel bianco e nero. 



In questo momento stai lavorando a qualche progetto in particolare o stai pianificando qualcosa per il futuro? 
Ho qualcosa di abbastanza grosso che bolle in pentola, ma non posso rivelare molto. Ma a Lucca Comics & Games 2019 ne vedremo delle belle. 

Hai qualche consiglio da dare agli aspiranti illustratori alle prese con i loro primi lavori? 
Si: non vi arrendete. Anche quando tutto sembra precipitare, che trovate solo porte chiuse e rifiuti, se davvero questa è la vostra passione ed è quello che veramente volete fare nella vita, allora non vi arrendete.

Ringrazio Vincenzo per essere stato in nostra compagnia oggi. Non dimenticate di seguire le sue pagine:



Commenti

  1. Grande Vincenzo, un bravo ragazzo oltre che un ottimo illustratore.

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