LA LEGGENDA DI WING TSUN - PRIMA PARTE

LA LEGGENDA DI WING TSUN
Dal monastero shaolin a Bruce Lee

PRIMA PARTE



Oggi sono qui per parlarvi di arti marziali. 
Ma come?, direte voi. Ebbene sì.
Oggi vi parlo del Wing Tsun Kung Fu che, come dice il nome, appartiene appunto al macrogruppo del kung fu, ma più precisamente voglio raccontarvi la storia delle due donne che, secondo la leggenda, hanno dato origine a questo particolare tipo di arte marziale cinese.

Mettetevi comodi e lasciatevi trasportare indietro nel tempo, in una lontana regione della Cina... 

LA LEGGENDA DI NG MUI E WING TSUN




Tanto tempo fa, agli inizi del '700, durante il regno di Yung-Chen della dinastia Ching, nella città di Canton viveva una bella e giovane ragazza di nome Yim Wing Tsun che era stata promessa in sposa ad un mercante di sale di nome Leung Bok Chau. 
Yim Yee, suo padre, era stato uno dei discepoli al monastero Siu Lam (o shaolin, se preferite) del monte Sung, in Honan, ed era rimasto vedovo non molto tempo dopo la nascita della figlia. Grazie alla sua abilità nelle tecniche di combattimento del sistema Siu Lam, era solito interessarsi ai problemi degli abitanti del suo villaggio e intervenire ogni volta che era necessario.
Per questa ragione, secondo la leggenda, Yim Yee si ritrovò coinvolto in un crimine e fu ingiustamente accusato dalle autorità; per avere salva la vita fu costretto a fuggire insieme alla figlia sulle pendici del monte Tai Leung, nascondendosi dietro la falsa identità di un mercante di formaggi. 

In quel periodo, il kung fu stava acquistando sempre più importanza e i discepoli shaolin erano diventanti molto potenti. Questo fatto preoccupò non poco il governo Manciù, che era salito al potere nel XVII secolo dopo aver sconfitto la dinastia Ming e che aveva causato profonde divisioni interne nel territorio cinese. 
Fu proprio sfruttando queste lotte intestine che i Manciù riuscirono a distruggere il monastero: i soldati si servirono di alcuni monaci fedeli alla dinastia Ming e tradirono i fratelli appiccando un fuoco dall'interno e aprendo le porte al nemico. La maggior parte dei monaci trovò la morte, ma alcuni riuscirono a scappare, tra cui i Cinque Anziani, i leader dei cinque sistemi di Siu Lam. 
La leggenda narra che i Cinque Anziani fossero una sorta di Robin Hood dell'epoca, eroi esperti di arti marziali che intervenivano a favore di poveri e bisognosi quando si presentavano delle ingiustizie. 
La badessa Ng Mui era l'unica donna del gruppo e la più anziana; era forse la più tollerante verso il governo Manciù, ma dopo la fuga dal monastero si ritirò nel Tempio della Gru Bianca sul monte Tai Leung, decisa a non farsi più coinvolgere dagli affari mondani. 
Preoccupata del fatto che i soldati potessero comunque trovarla e ucciderla, Ng Mui decise che l'unico modo di salvarsi sarebbe stato quello di inventare un nuovo sistema di arti marziali sconosciuto al nemico. Fu così che un giorno, assistendo al combattimento tra una volpe e una gru (altre versioni riportano una scimmia e una gru oppure un serpente e una gru), la badessa venne ispirata dai loro movimenti e fondò il proprio stile ideale di kung fu.

Una piccola parentesi: occorre ricordare che, all'epoca, questi animali davano il nome ai diversi stili nel quale il kung fu era diviso, perciò molto probabilmente Ng Mui fu testimone di combattimenti fra studenti delle diverse scuole piuttosto che fra volpi o gru.
Ma torniamo alla nostra storia.

Un giorno, Ng Mui scese a valle per recarsi al mercato e, come d'abitudine, si fermò alla bancarella di Wing Tsun e suo padre, con i quali aveva fatto conoscenza nel corso degli anni. Vedendoli piuttosto preoccupati, domandò loro il motivo e i due risposero che, qualche tempo prima, un uomo soprannominato Wong e famoso per la sua prepotenza aveva infastidito Wing Tsun inviando un intermediario a chiedere la sua mano. Se la ragazza avesse rifiutato, l'avrebbe costretta a sposarlo in una data che lui stesso avrebbe stabilito. Yim Yee era anziano e Wing Tsun solo una donna, perciò i due espressero tutte le loro preoccupazioni alla badessa. 
Ng Mui sentì riaccendersi in lei l'antico sentimento di giustizia, ma, invece di recarsi personalmente da Wong per non rivelare la propria identità, propose alla ragazza di seguirla al tempio per imparare l'arte del combattimento. 
In soli tre anni Wing Tsun apprese il nuovo kung fu della badessa e potè tornare al villaggio per sfidare e battere definitivamente Wong, il quale non osò più disturbarla. 
Dopo la vittoria, Wing Tsun non smise di praticare arti marziali, mentre Ng Mui, trovando la vita al tempio troppo monotona, decise di mettersi in viaggio per visitare altre località della Cina. Prima di partire, fece alla sua allieva due importanti raccomandazioni: ricordarsi di onorare i comandamenti del sistema Siu Lam e prestare molta attenzione alla scelta di un eventuale discepolo per evitare di trasmettere gli insegnamenti a qualcuno che non fosse abbastanza meritevole.

Wing Tsun era ora libera di sposare il suo fidanzato. Secondo la leggenda, anche Leung Bok Chau era stato un combattente da giovane ed era inoltre appassionato di arti marziali, così Wing Tsun decise di condividere con lui le tecniche del nuovo kung fu. 
Purtroppo il marito le prestò poca attenzione: la considerava solamente una donna e, come tale, debole e incapace di comprendere certi argomenti. Ma Wing Tsun non si diede per vinta: sfidò e battè ripetutamente il marito in diversi incontri, mostrandogli chiaramente di essere una maestra nell'arte del nuovo kung fu. 
Leung Bok Chau rimase sbalordito. Da quel momento in avanti, divenne il suo più grande ammiratore, tale da cominciare a chiamare questo sistema di tecniche "Wing Tsun Kuen" proprio in onore della moglie.

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