INTERVISTA ALL'AUTORE ANTONIO G. D'ERRICO

LE INTERVISTE DEL SALOTTO
Bentornati agli appuntamenti extra con le interviste del Salotto. Oggi siamo in compagnia di Antonio G. D'Errico che ci parlerà della sua ultima opera, "Il virus delle verità" edito da Santelli Editore. Accomodiamoci e lasciamo a lui la parola.



Salve Antonio, benvenuto nel mio Salotto e grazie per essere in nostra compagnia oggi. Ci racconti qualcosa di lei. So che ha lavorato – tra gli altri – anche con Donato Placido, fratello di Michele, è corretto? 
Ho avuto a che fare con tantissime persone note, che hanno lasciato in me una traccia dai contorni diversi. Poi conta chi resta, perché l’esperienza è tattile, visiva, emotiva. Si manifesta nel tempo. Si fissa nei pensieri o si cancella del tutto, come qualcosa che non sia mai stata, mai vissuta: una successione irreale di immagini, un sogno senza una direzione definita. Non è una scelta ritrovarsi nel tempo vicini o lontani. E’ un’impronta, piuttosto, un sigillo. Per chi crede nei flussi celesti, che dispongono in altri luoghi la realtà, può diventare persino un destino. Io credo nella libertà e nella necessità di espressione manifesta, individuale o collettiva poco importa. Importa essere con tutte le virtù del caso, dell’uomo in quanto essere uomo, oppure di essere incompiuto nel proprio grado di evoluzione. Essere libero o essere schiavo sono un dualismo che attiene ai caratteri dell’uomo e del suo contrario oltre che ai destini stessi dell’uomo. Con Donato mi sono incontrato anni fa, anche con suo fratello Michele, a casa loro, quella di famiglia - nella periferia della Puglia che incontra i confini della Campania e della Basilicata -, con la loro dolcissima madre, con i suoi fratelli. Ho riconosciuto in lui quella bontà umana che non sempre fa bene a chi l’ha ricevuta come peso o come dono. Quella generosità umana ci ha legati per tutti questi anni. Il tempo che è passato ci ha avvicinati: a volte, d’estate, viene a trascorrere dei giorni con me e la mia famiglia, con mio fratello Gerardo e suo figlio, con mia moglie e mia figlia, nel mio paese di origine, in Irpinia, sulle colline a ridosso della sponda dell’Ofanto che separa Campania e Basilicata. Si diventa intimi nei pensieri e nelle emozioni, come succede in una famiglia vera. Si può far parte di una stessa famiglia pur provenendo da mondi che in sé non hanno punti di contatto. Ma è un po’ nella realtà del Sud, di un certo Sud, sentirsi parte di uno stesso destino. E’ una verità non sempre spiegabile. È piuttosto un altrove che si realizza nell’effettività delle azioni. Abbiamo scritto insieme poesie, lavori teatrali, sceneggiature cinematografiche, una delle quali prese ispirazione da un racconto di sua madre Maria: Nuvole di passaggio: un lavoro di una forza che appartiene a un tempo in cui i sentimenti e le passioni erano dure come era dura ed estrema la visione della vita di quegli uomini e donne. Con poche altre persone ho trovato una sintonia tanto reale, un modo di sentire così vicino; forse solo con Marco Pannella ho provato un fermento e un’unicità relazionale, quando mi sono incontrato con lui durante la scrittura della sua biografia in forma di conversazione, che poi la intitolammo Segnali di distensione, con sottotitolo la visione comune di un libertario. L’editore, una grossa realtà di allora, cambiò la scelta del sottotitolo. Poco dopo, fallì. 

“Il virus delle verità” è la sua più recente pubblicazione con Santelli Editore. Potrebbe presentarla ai nostri lettori? 
E’ un lavoro che mancava in un periodo confuso come questo, dove si vive quotidianamente nel dubbio e nell’incertezza, dove i titoli di libri che recano la parola virus si sprecano. Mentre la televisione fa scorrere numeri che mettono paura. E quando la gente scende in piazza si grida all’intrusione della camorra! Le attività produttive rimangono ferme. E tutto sembra non avere risposte oppure la risposta e la sconfitta dell’umanità: la sua immobilità, la sua chiusura, la sua inesistenza, la sua accettazione di una forma di sottomissione a quanto non è oggetto di verifica. 

“Il virus delle verità” tocca tematiche attualissime e oggetto di numerosi dibattiti televisivi e non solo. Come e perché nasce il suo libro? 
La necessità di cui dicevo prima è il fondamento su cui si sostiene la verità del libro. Nell’organizzazione della struttura del testo ho messo alla base la sua possibilità di fare chiarezza sul presente: sui nomi ripetuti alla televisione, come “la terapia intensiva”, “la pandemia”, “l’ospedale fiera”. E chiarezza bisognava fare anche sul futuro: sull’evoluzione del virus, verso quale direzione sarebbe potuto progredire, sui rischi per la popolazione, sulle misure da mettere in atto per difendersi. Il libro a cui sono stato chiamato per organizzare e mettere insieme gli argomenti inerenti al caso, di una materia che ha trovato tutti impreparati, anche gli stessi esperti, dal mio punto di vista non poteva non avere questo avvio e questo scopo. Quando parlo di impreparazione degli esperti non alludo a una loro incapacità professionale - tutt’altro! - ma alla loro reale sorpresa di trovarsi di fronte a qualcosa di inedito e di sconosciuto. Sono stato chiamato da un volontario del settore della sanità, Giovanni Santarelli, di Porto San Giorgio, che mi ha coinvolto per la mia formazione scolastica, essendo io biologo, quindi ha ritenuto avessi le basi per poter fare analisi e approfondimenti relativi all’argomento; ma soprattutto ha retto il suo giudizio sulla sua conoscenza relativamente a me come scrittore, conoscendo buona parte della mia produzione letteraria, che egli stesso ha ribadito essere: “Varia e differenziata”. L’ha detto con un leggero sorriso, di approvazione più che altro. MI è sembrato che l’interesse fosse reale e urgente. MI sono messo a diposizione, che in questo caso è da intendersi: mi sono dedicato all’istante al lavoro, senza indugi di nessun tipo. 

Chi sono i “protagonisti” del suo libro? Che tipo di testimonianze hanno riportato? 
I protagonisti sono grandi scienziati e studiosi di rilievo di settori della medicina che avevano più di qualcosa da spiegare rispetto a quanto di traumatizzante si è mostrato nel mondo. Il professor Luciano Gattinoni, esperto eccelso a livello mondiale della terapia intensiva, docente presso l’Università di Goettingen in Germania, ha dettagliato con ricchezza di vedute le problematiche relative alle terapie di rianimazione, quali e quante risorse debbano essere mobilitate per assicurare l’assistenza a un letto di chi è ricoverato in terapia intensiva, di quale formazione debba seguire un operatore del settore. Sono cifre che fanno riflettere su quanto sia poco lungimirante l’idea di creare letti in una struttura di ricovero che nulla ha di affine con un modulo di terapia intensiva. Un altro grande studioso, che ha relazionato sul virus e le sue varianti genetiche, facendo previsioni scientifiche, anticipando in estate quanto è scoppiato e si è verificato da ottobre a oggi, è il professor Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano e ricercatore in Igiene dell’Università di Milano. Le testimonianze di rilievo aprono spiragli ampi di conoscenza sulla pandemia in atto e mostrano i limiti e le virtù di un ramo della medicina che sarà sempre più colpito da fenomeni di interesse collettivo. Poi c’è la testimonianza commossa del dottor Spata, presidente dell’Ordine dei Medici di Medicina Generale della Lombardia, che è stato coinvolto da una forma piuttosto invasiva di contagio da CovSar-2. Ma il libro affronta anche tutte le criticità legate alla gestione politica della pandemia, degli ospedali della Fiera di Milano e di Civitanova, entrambi affidati alla gestione di Bertolaso in qualità di commissario. Ci sono testimonianze di avvocati e di comitati che criticano aspramente le scelte intraprese. C’è la testimonianza critica dei Cobas della sanità riguardo alle operazioni adottate dalla Regione Lombardia. Nel libro è descritto quanto è successo e succede intorno all’insorgenza di un evento storico che ha cambiato la vita di milioni di persone. 

Sta attualmente lavorando a qualche progetto per il futuro? 
C’è sempre un progetto nuovo che capita a chi ha fatto della scrittura una parte rilevante del suo vissuto. Il virus delle verità è stato pubblicato dalla rinomata casa editrice calabrese Santelli Editore. Per lo stesso editore sto ultimando le bozze della prima stesura di un libro dedicato alla cattiva giustizia, dal titolo eloquente: L’uso ingiusto della giustizia. E’ una serie di testimonianze da parte di cittadini che ho incontrato e ascoltato i loro racconti, fatte di vessazioni da parte di giudici non sempre garanti dell’illuministico senso alto della legge.



Il noto virologo e professore Fabrizio Pregliasco, porge i suoi auguri di buon Natale e un auspicio di un Buon 2021, raccomandando le precauzioni da adottare. Il prof. Fabrizio Pregliasco, intervistato nel libro, assieme al professore Gattinoni, Spata, Ascierto e tanti altri, consiglia di leggere il libro: “Il virus delle verità”, edito da Santelli, dello scrittore Antonio Gerardo D'Errico, per saperne di più, sulla pandemia sul virus, sulle terapie intensive e tanto altro ancora.





Ringrazio Antonio per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che "Il virus delle verità" è disponibile sul catalogo della casa editrice e su tutti i maggiori store online. Qui di seguito alcuni link di approfondimento a cura dell'autore.

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